Sono le h. 18,00 di un venerdì scutarino caldo e soleggiato come spesso accade. 15 spose con il volto coperto da una maschera bianca, neutra, quasi inespressiva, vanno in 15 punti diversi del centro cittadino. Sono apparizioni che attirano certamente l’attenzione dei passanti – numerosi in quel momento della giornata. Le spose tengono in una mano un groviglio di carta crespa a mo’ di bouquet, nell’altra dei misteriosi bigliettini che vengono spartiti in tutta fuga e furia a chi capita.
“Seguimi! Oggi, davanti al comune h. 19,30 Flash Mob!” – il contenuto dei bigliettini che lascia ancora più perplessi i passanti. Si fermano le bici, la gente che popola le numerosissime terrazze dei bar inizia a fare domande, i bambini rincorrono le bianche apparizioni tentando di acchiappare i lunghi veli volanti. Poi, qualcuno si accorge che una sposa è… niente meno che un ragazzo. E subito si solleva la domanda: cosa ci fa un ragazzo vestito da sposa che corre per le viuzze centrali dell’urbe?
Ricordiamoci che siamo a Scutari. Città dell’Albania settentrionale dove il decalogo delle regole sociali è ancora rigido e severo, dove l’uomo e la donna hanno dei ruoli ben definiti e dove qualsiasi trasgressione comporta stupore, perplessità.
Perché stanno scappando le spose? Semmai stanno scappando… Da Chi? Da Cosa e verso Cosa? Non è facile da dire. Scappano da un matrimonio imposto, contrattato, da un padre autoritario, da un potenziale marito indesiderato, che non si ama, o dalla condizione stessa, di sposa, troppo spesso prefigurata come il massimo obiettivo verso quale una donna può aspirare in una società patriarcale.
Dopo 45 minuti di corsa, le spose prendono posto nel piazzale davanti al comune, creando un “quadro vivo”, un’immagine fissa che prende vita al momento del suo completamento con musiche ritmate. Si balla. Tutti insieme. Più o meno sincronizzati. D’altronde, una settimana di prove è quella che è. Sta di fatto che la coreografia e l’intera drammaturgia messa in moto dai membri DeP in questa occasione sono uno strumento per attirare l’attenzione su un tema sociale non indifferente: la condizione della donna nella società albanese odierna. La questione di gender, come si suol dire in termini tecnici. Un tema affrontato in piazza, nel vero senso della parola. Dove la partecipazione è massima. I cittadini applaudiscono e si lasciano trasportare dall’atmosfera cosicché alla fine del ballo nessuno abbandona il piazzale. E allora si continua a ballare. I bambini si impadroniscono dei bouquets delle spose sotto lo sguardo approvativo delle madri. Nell’aria c’è la gioia della partecipazione collettiva e la certezza che l’obiettivo è stato raggiunto.
Il Flash Mob è stato l’evento conclusivo della seconda sessione di laboratori di teatro sociale del progetto On the Stage. Dora e Pajtimit ha beneficiato del partenariato con il Comune di Scutari che, da un lato, ha generosamente ospitato i laboratori di teatro presso la sua sede, e dall’altro, ha autorizzato l’evento in piazza. Accanto ai membri DeP di Scutari e ai conduttori dei laboratori di teatro sociale, Giulia Innocenti Malini e Besmir Rrjolli, hanno partecipato anche gli autori del fumetto “I bambini inchiodati”, Enrico Bante, Nicola Bernardelli e Luca Falesiedi.
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